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Agricoltori subito al lavoro per ristabilire la normalità: «Mai vissuta una situazione del genere».
CREMA Non si fanno abbattere facilmente e già giovedì pomeriggio, non appena passato il colmo di piena, erano al lavoro per ripristinare i danni. Certo però l’esondazione del Serio in vari punti, tra Vidolasco, Trezzolasco e poi più giù, ha riservato un duro colpo agli agricoltori della zona. «Me lo diceva poco fa mio zio, che ha 80 anni e vive qui da sempre, una piena del genere, con l’acqua che è arrivata alle stalle, non l’aveva mai vista» racconta Fabrizio Ambrosini, dell’omonima azienda agricola di Vidolasco, tra le più colpite dall’esondazione. «Ci siamo trovati con i box dove dormono le vacche sono stati invasi – prosegue –: abbiamo atteso che l’acqua si ritirasse, poi abbiamo spostato gli animali per ripulire tutto». Ieri la situazione era già tornata alla normalità. «Abbiamo subito danni seri agli impianti elettrici delle stalle e del biogas, adesso dovremo verificarli con il tecnico – aggiunge Ambrosini –: per evitare che questo disastro si ripeta, vanno presi provvedimenti immediati, in modo da garantire la sicurezza. A cominciare dalla pulizia dell’alveo e degli argini. L’Aipo, il parco del Serio agli altri enti preposti devono garantire interventi risolutivi». Dall’altro versante del fiume, Luca Galbignani, titolare di un’azienda a Trezzolasco, frazione di Sergnano, deve fare i conti con i terreni di proprietà completamente allagati. L’area davanti alla cascina è diventata un gigantesco stagno. «Praticamente non posso più nemmeno entrare in azienda. L’acqua è arrivata ad un livello che non aveva mai raggiunto prima, ma già da tempo l’argine viene regolarmente superato quando il Serio va in piena. Nell’ultimo mese è accaduto quattro volte, l’ultima tra martedì e mercoledì, con il conseguente impaludarsi dei terreni agricoli». Giovedì il livello del fiume si è alzato di 4,20 metri oltre lo zero idrometrico, quasi il doppio rispetto a 36 ore prima. «Mi sembra evidente che avanti così non si possa più andare – conclude Galbignani –: a rischio ci sono anche diverse abitazioni. Personalmente dovrò demolire un muro della cascina. A furiaa di esondazioni, l’acqua è scesa in profondità andando a compromettere le fondamenta. La parete potrebbero non reggere più. E come capita a me, ci sono altri nella zona che hanno il medesimo p r oblema» . Danni ingenti nell’immediato, ma anche conseguenze economiche pesanti a lungo termine. «Servono interventi di messa in sicurezza dell’argine, altrimenti saremo sempre in balia delle piene».
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Ultimo aggiornamento: 13 ottobre 2024, 08:00